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Montmorency, Mathieu-Jean-Félicité visconte e duca di.

Uomo politico francese. Esponente della tendenza liberaleggiante all'interno della classe nobiliare, nel 1789 fu eletto agli Stati generali e fu tra i pochi nobili che si unirono al Terzo Stato costituitosi in Assemblea nazionale, votando poi l'abolizione dei diritti feudali. Assertore di un regime monarchico-costituzionale, si oppose ai successivi sviluppi rivoluzionari e, dopo la destituzione di Luigi XVI, si ritirò in Svizzera, a Coppet, presso Madame de Staël. Rientrato in Francia nel 1795, a differenza di altri nobili moderati, si rifiutò di collaborare con Napoleone e aderì alla restaurazione borbonica. Durante i Cento Giorni seguì Luigi XVIII a Gand e successivamente fu creato pari di Francia. Ministro degli Esteri nel governo Villèle (1821-28), partecipò al Congresso di Verona (1822) delle potenze della Quadruplice Alleanza e sostenne la causa dell'intervento alleato in Spagna per soffocare la rivoluzione liberale. Al suo ritorno dal congresso fu creato duca, ma la sua linea, contraria a un intervento unilaterale francese in Spagna per abolirvi la Costituzione e restaurare re Ferdinando, si scontrò con quella dei più intransigenti interventisti ed egli fu costretto a dimettersi (dicembre 1822), cedendo la direzione del ministero degli Esteri a Chateaubriand (Parigi 1768-1848).